Vizi di famiglia

Arresti domiciliari per la moglie di Mastella.
Sandra Lonardo, presidente del consiglio regionale della Campania, è coinvolta in un’inchiesta sulla sanità. "Sono serena, chiarirò tutto".
 
fonte tiscali.it

7 pensieri su “Vizi di famiglia

  1. ha dato le dimissioni e quel deficiente di prodi non le ha accettate…ma uno come mastella merita un martello sui maroni non la grazia!!
    e sua moglie…pfui..guarda caso in campania! i casini vengono fuori sempre tardi…

  2. …e come faceva a non respingerle? Mastella tiene per le p***e tutto il centrosinistra, se ritira il suo appoggio cade il governo regionale campano (e sarebbe anche ora), cade quello calabrese, probabilmente anche quello lucano; cadono le giunte di un centinaio di cittadine e paesini; e soprattutto cade il governo centrale! Per non parlare poi delle ripercussioni sui tanti enti pubblici o partecipati che sono casualmente controllati da familiari o amici del feudatario, pardon, sindaco di Ceppaloni. La solidarietà di Prodi, ahinoi, si chiama realpolitik. Quella degli altri esponenti politici si chiama invece strizza: è una cosa che può capitare a qualunque politico italiano che mette nei posti chiave amici e amici degli amici per controllare le cose in tranquillità; è successo a Fini con la ex moglie, quando Storace era governatore del Lazio (indagini in corso); potrebbe succedere a Formigoni, che ha reso la sanità lombarda una filiale di CL (ma in questo caso è difficile che qualche magistrato si metta ad indagare su questo babbà, a meno che non si cominci ad esagerare con la riduzione dell’efficienza dei servizi pubblici, oppure con i latrocinii negli appalti); Berlusconi poi… vabbè, lui e la magistratura hanno un rapporto di lunga data (strano che il Cavaliere sia riuscito a convincere tanti elettori a capovolgere il rapporto causa/effetto fra le indagini sul suo conto iniziate quando sono venute meno le protezioni politiche craxiane e la sua discesa in campo).Nulla di casuale, ad ogni modo, anzi! Qui al sud abbiamo i politici che ci meritiamo, cioè, quelli voluti e meritati da quella maggioranza di elettori che vota per convenienza: ci si vende il voto per un’assunzione, una raccomandazione, un piccolo favore dal potente di turno. Così gli attori della politica sono sempre gli stessi da cinquant’anni, e le investiture politiche si passano di padre in figlio come titoli nobiliari. Alternative? Non ne parliamo: non parliamo della mancanza di iniziativa, non parliamo di chi controlla i finanziamenti pubblici, ed è in grado di soffocare in culla eventuali nuove iniziative (la conquista del consenso, anche condotta in modo onesto e trasparente, è una cosa assai costosa). Soprattutto, non parliamo della necessità di scendere a patti con realtà sociali che condizionano pesantemente il tuo operato; un esempio concreto? Voilà: mettiamo che io, onest’uomo che vive a Napoli da tempo, decido di candidarmi a sindaco della città; dove vado senza il consenso dei quartieri della città che sono insieme i più popolosi e quelli dove lo Stato è percepito come un avversario da abbattere? Quindi o mi ritiro a vita privata, o mi decido al compromesso, promettendo di pagare le bollette dell’enel ad un intero quartiere, chiudendo un occhio sul fatto che in un altro quartiere non si pagano l’ICI, l’acqua e il gas, assumendo un migliaio di "disoccupati organizzati" (gli ex contrabbandieri di sigarette, ritrovatisi senza lavoro quando i contrabbandieri pugliesi hanno alzato il livello dello scontro e qualcuno in alto ha deciso che di fronte allo sconcerto dell’opinione pubblica per alcuni poveri finanzieri morti in servizio non c’è bustarella che tenga) che ora percepiscono lo stipendio da qualche municipalizzata senza alzare un dito. (Ha fatto eccezione a questa legge la prima elezione di Bassolino a sindaco della città, maturata in un periodo di "rivolta morale", e seguita da un temporaneo rinascimento napoletano. Bassolino s’è perso quando è passato al governo della regione, s’è trovato bloccato da una vasta rete di affari e clientele, e non ha avuto il coraggio o la convenienza per fare una clamorosa denuncia).Questa è la schifosa disperante realtà con la quale ci si scontra ogni giorno; e non proviamo minimamente ad aprire il discorso della realtà sociale della megalopoli che si estende senza soluzione di continuità dall’agro nocerino-sarnese al casertano, né quello della criminalità organizzata, con i suoi spaventosi intrecci con la politica ed il potere economico, se no si fa notte. Però già solo alla luce di queste considerazioni dovrebbe essere chiaro il motivo per cui non è semplice "fare qualcosa"; si dovrebbe cominciare oggi a _rieducare_ la gente, e forse fra un paio di secoli si riuscirebbe a raggiungere un livello di civiltà appena decente.

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